Tempo di crisi: i
risparmiatori sono sempre più preoccupati per la sorte dei loro risparmi
depositati in banca, complice anche lo scandalo che ha investito Monte dei
Paschi di Siena.
Che succede ai conti
correnti dei cittadini se l’istituto di credito dovesse, per qualsiasi ragione,
fallire?
Dal momento in cui viene
dichiarata l’insolvenza finanziaria dell’istituto di credito tutti i conti
correnti vengono congelati e nessuno può più prelevare i propri risparmi o
operare in alcun modo su di essi.
Tuttavia, per non generare
incontrollati timori, è bene sapere che, in caso di fallimento di una banca,
nel nostro ordinamento è previsto l’intervento del Fondo Interbancario di
Tutela dei Depositi, che garantisce ad ogni singolo correntista il rimborso di
quanto depositato nel proprio conto [1]. Tuttavia questa garanzia è limitata:
essa copre, infatti, fino a una somma massima di 103.291 euro.
Pertanto, nel caso di
fallimento di una banca, a rimetterci saranno solo quanti detengono un conto
con somme superiori a tale soglia, e perciò solo l’importo in eccedenza.
Per esempio, se Mario Rossi
ha un conto corrente di 150.000 euro, il Fondo gli restituirà solo 103.291 euro
e non il resto.
La tutela del Fondo riguarda
anche i correntisti online.
Conti cointestati
In caso di cointestazione
del conto, la garanzia opera per ciascuno dei soggetti cointestatari e, quindi,
la tutela prevede la restituzione della cifra per un massimo di 103.291 euro ad
ognuno dei due correntisti, per un totale di 206.582 euro. Quindi conviene
sempre, in caso di conto correnti particolarmente capienti, provvedere a
cointestarli a più soggetti.
Titoli, azioni, obbligazioni
Nessun problema, infine,
sorge per i depositi di titoli, obbligazioni o azioni, affidati alla banca.
Infatti, l’istituto di credito è solo depositario degli stessi, ma non ne è
titolare. Pertanto essi verranno restituiti integralmente al correntista.
Garanzia del nuovo acquirente
In ogni caso, è piuttosto
raro che il correntista perda l’intero conto corrente. Infatti, in caso di
default dell’istituto di credito, quest’ultimo viene spesso riacquisito da un
altro istituto di credito o, in alternativa, dallo Stato stesso, andando
incontro a un processo di nazionalizzazione definitiva o temporanea. In
entrambi i casi il nuovo acquirente (sia esso pubblico o privato) erediterebbe
anche tutti gli obblighi verso i clienti della banca e i conti correnti
verrebbero restituiti
(articolo
del 04 marzo 2013 di www.laleggepertutti.it)
Pubblicato
da A.E.C.I. FELTRE - feltre@euroconsumatori.eu
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